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Google spinge la controversa applicazione di archiviazione mirata di Android Q su Android R nel 2020

Anonim

Finora uno dei temi chiave di Android Q è stato la privacy, che ha apportato una grande modifica al modo in cui le app accedono al file system di un telefono. Nella beta più recente, Google ha implementato Scoped Storage, un principio importante di quella spinta sulla privacy, che ha subito subito riscontri negativi e polemiche.

L'archiviazione con ambito ha buone intenzioni: ha lo scopo di consentire alle app di avere una propria area di archiviazione impedendo loro di avere accesso all'intera partizione di archiviazione. Quando implementate, le app vengono inserite in una sandbox e non sono necessarie autorizzazioni speciali per scrivere sui propri file. Significa anche che altre app non hanno accesso diretto al sandbox di quell'app. Tuttavia, le app hanno ancora accesso ai file nelle raccolte condivise, comprese le cartelle predefinite Foto, Video, Musica e Download.

Per evitare la rottura di app che non hanno implementato l'archiviazione con ambito (la maggior parte di queste a questo punto), Google ha incluso anche una modalità di compatibilità, che disabilita le autorizzazioni di archiviazione restrittive per l'archiviazione con ambito sulle app installate prima dell'aggiornamento ad Android Q beta 2 e per app create per Android 9 Pie o precedenti. I problemi sorgono quando qualcuno disinstalla e reinstalla un'app: la modalità di compatibilità verrà disabilitata per essa.

In teoria, sembra un'ottima funzionalità di sicurezza per Android. La controversia deriva dalle applicazioni degli utenti Scoped Storage che cambiano il modo in cui usano il telefono e dalle proteste degli sviluppatori per non avere abbastanza tempo per aggiornare le loro app prima del rilascio finale di Android Q.

Ora, Google ha deciso di pompare le interruzioni sulla nuova funzionalità di sicurezza non applicando l'API nella prossima versione beta di Android. Invece, ci sarà una transizione più graduale a Scoped Storage, che richiederà alle app di adattarsi alla nuova API nel prossimo anno per essere pronti per il rilascio di Android R.

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